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venerdì 29 giugno 2012

Rinegoziare le abitudini. Invito a cena con cena al sacco.

Tutto sta a illuminarle dal lato giusto, le cose. Esterno giorno, ore 19.  Caronte traghetta turisti accaldati dall’entusiasmo al limite della sopportazione nel breve spazio di un attraversamento pedonale. La pietra serena una refrattaria rovente determinata a cuocerci tutti. Ci presentiamo alla porta del suo ufficio sorridenti, non sa che siamo in città. “E non è tutto. Abbiamo anche la cena pronta in macchina. Fredda ovviamente”.

Molto più rassicurante di “mamma, ho appena fatto l’ennesimo digiuno”. E già la Grande Madre che respira in ogni donna si agita, si ribella alla deriva razionalista della quotidianità contemporanea. 

Non esiste il digiuno terapeutico per una Madre, esiste la Fame e l’impossibilità di provvedere a un figlio che non ha mangiato abbastanza.

“Quando veniamo a cena non ti offendere se non potrò mangiare quello che hai cucinato apposta per me e ripiegherò sul radicchio, che tanto in frigo ce ne sono sempre tre chili e nessuno ha il coraggio di mangiarlo”.

La metterei in difficoltà se la lasciassi da sola a cucinarmi una cena “che mi va bene”. Il suo cibo si divide in “buono” e “per dimagrire” e il modo più efficace di offrire anche a lei un’alternativa non è teorizzare al telefono, è fargliela assaggiare.



Cucinare insieme di venerdì sera al rientro dal lavoro mi è improvvisamente sembrato un’inutile ostinazione propedeutica. Non del tutto inutili questi trent’anni. Si impara a non lottare contro i mulini a vento  con la lancia, ci si procura una centralina elettrica di ricambio e il numero di telefono del mugnaio.

Non del tutto pronta la cena, ma quasi. Le verdure marinate prendono profumo da una parte, l’insalata di mare da un’altra, il caciocavallo è da fare a dadini, il basilico da cimare. C’è solo da cuocere la pasta e condirla mentre sgranocchiano l’antipasto. Già perché il segreto numero uno per una deliziosa pasta fredda è di condirla da calda.

Il segreto numero due lo sgancio con la ricetta appena ho tempo non tanto di rifarla ma più che altro di fotografarla. Stay Tuned.

Comunque dicevamo,

DIARIO ALIMENTARE
Mi sarebbe piaciuto continuare con qualche altro giorno di cucina cruda ma ho scelto male il mio primo pasto di fine reintegro e sto ancora digerendo i porri, appena bianchiti. Non contenta ho già riempito di aglio e cipolla crudi tutte le mini insalate che mi ero portata per il viaggio. A voler anticipare troppo la vita si sbaglia sempre. Oggi mi va qualcosa di leggero ma cotto, domani vediamo.

BRUNCH due filetti di merluzzo stufati in tapenade di olive verdi (una grande idea questa della tapenade che mi sono portata dietro, un sapore molto verde, un po’ forte forse da cruda ma da avere sempre in frigo per aggiungerne un cucchiaio al posto giusto al momento giusto.Voglio perfezionare la ricetta e poi si merita un posto di riguardo in questo blog)
POMERIGGIO 125 gr di lamponi, 25 pistacchi tostati e salati. Erano scontatissimi alla coop e non abbiamo resistito. Sono un po’ tanti, lo so, ma almeno li ho contati invece di mangiarli a mano piena.
CENA un triangolino di schiacciata al rosmarino, veramente minuscolo ma per completezza va riportato anche quello, una punta di cucchiaino di crema al tonno e arancia dell’aperitivo.
pasta fredda con fagiolini e pomodorini marinati,  caciocavallo silano, insalata di mare e basilico. 


Era ME-RA-VI-GLIO-SA  e se riesco a inaugurare presto come vorrei la sezione delle ricette sane sarà la prima che posterò. Ne ho mangiati due piatti, con voracità insolita visto il mio appetito di fine digiuno ma ho pensato che era meglio appagarla che continuare a pensare a un eventuale ritocchino compensativo per tutto il giorno dopo.  Mi sono interrogata a lungo su questa voracità improvvisa, se tanto potesse il fatto di essere seduta a una certa tavola. Poi mi è arrivato il ciclo, all’improvviso. Tutto chiaro.

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