Sono sola per la prima volta in una casa che non è propriamente la mia con
numerose macchie di vernice da staccare dal pavimento, 29 gradi la mattina
quando mi sveglio e il frigo non troppo pieno.
Tommaso è all’estero per lavoro fino a venerdì e quel po’ di
invidia mista a rimpianto che la circostanza mi provoca è un utile condimento
alla discreta mole di lavoro al computer che voglio sbrigare.
E’ passata una settimana e io ho perso due chili e qualcosa. La bilancia è quella analogica dell’ikea e un’accuratezza maggiore non la si può chiedere. Ma la lancetta è visibilmente scostata indietro dalla tacca che segna il chilo e mi piace pensare che quel qualcosa sia quasi un mezzo chilo.
Le circostanze sembrerebbero proprio concordi nel suggerirmi un breve digiuno. Visto che è raro che si verifichino tutte insieme mi sembra peccare di superbia non cogliere l’opportunità.
Prima di tutto sono sola e digiunare in compagnia è decisamente
antipatico dal punto di vista sociale. Mi è capitato di dissimulare il digiuno
in discoteca bevendo acqua spesso e ballando a risparmio energetico. L’ho
confessato per un invito a pranzo che non volevo rifiutare per il piacere della
compagnia. Addirittura ho invitato a cena sotto digiuno un’amica molto intima
nella mia casa di Londra, che a Londra si sa, si può fare tutto.
Queste circostanze però hanno in comune di essere episodiche. Ti vedo, ti dico che sono a digiuno, ti stupisci, ti rassicuro, parliamo d’altro. La prossima volta che ti rivedo mangiamo insieme e amici come prima. Ma vivere in due e ritrovarsi davanti alla cena a non condividere le emozioni del pasto è un’inutile frustrazione ripetuta.
Queste circostanze però hanno in comune di essere episodiche. Ti vedo, ti dico che sono a digiuno, ti stupisci, ti rassicuro, parliamo d’altro. La prossima volta che ti rivedo mangiamo insieme e amici come prima. Ma vivere in due e ritrovarsi davanti alla cena a non condividere le emozioni del pasto è un’inutile frustrazione ripetuta.
Il digiuno è un momento di ritiro con se stessi e, per sua
natura, lo si vive da soli. Al più lo si può condividere con un altro digiunante
ma con un mangiante, seduti alla tavola dove solitamente si mangia insieme non
funziona. Almeno non per me.
sedentarietà
Ho da portare a termine molto lavoro in poco tempo e la
concentrazione e la lucidità del digiuno mi aiuterebbero a farlo meglio e prima.
Non solo, si tratta soprattutto di lavoro sedentario.
A digiuno è meglio evitare gli sforzi fisici. Durante i digiuni lunghi e medio lunghi che ho fatto (20 e 14 giorni) sono stata a ballare ogni tanto perché proprio ferma non ci potevo stare ma è veramente una gran fatica e le pulsazioni salgono troppo. Meglio evitare.
Si prevede una settimana ancora più torrida del fine settimana
appena passato e il caldo allevia la sensazione di freddo dovuta al
rallentamento del metabolismo. Anzi digiunando lo sopporterò
meglio.
Esco da una settimana di alimentazione tutto sommato sana, non
sono intossicata di zucchero o di caffeina e i primi tre giorni di adattamento
saranno una passeggiata. Mal di testa da scarico di tossine non dovrei quasi
averne.
L’ideale sarebbe arrivare al digiuno dopo una settimana di dieta crudista vegana ma se ci si aggiungono il periodo di digiuno e quello di reintegro l’insieme diventa una lungaggine infinita per la mia poca pazienza. Preferisco dedicare un po’ più di attenzione al reintegro, che è la parte più delicata di tutto il digiuno.
L’ideale sarebbe arrivare al digiuno dopo una settimana di dieta crudista vegana ma se ci si aggiungono il periodo di digiuno e quello di reintegro l’insieme diventa una lungaggine infinita per la mia poca pazienza. Preferisco dedicare un po’ più di attenzione al reintegro, che è la parte più delicata di tutto il digiuno.
Infine c’è che l’Obiettivo Numero Due non è ancora potuto
partire. 10 km in un’ora di corsa.
No, non stavo cercando di insabbiarlo sotto al successo dei due chili persi. Ma con un BMI di 27,6* sono ancora di 2,6 punti sopra al BMI consigliato per iniziare a praticare la corsa che è di 25.
In realtà ho già provato a correre. Alle cinque di mattina, con le crocs ai piedi, al fiero mantra di “se voglio posso, BMI o non BMI”. Vero, posso. Però il cuore mi esplode e non volevo giocarmelo così all’inizio. Allora ho ordinato le scarpe e iniziato a dimagrire, tra poco partirà anche la corsa, stay tuned.
No, non stavo cercando di insabbiarlo sotto al successo dei due chili persi. Ma con un BMI di 27,6* sono ancora di 2,6 punti sopra al BMI consigliato per iniziare a praticare la corsa che è di 25.
In realtà ho già provato a correre. Alle cinque di mattina, con le crocs ai piedi, al fiero mantra di “se voglio posso, BMI o non BMI”. Vero, posso. Però il cuore mi esplode e non volevo giocarmelo così all’inizio. Allora ho ordinato le scarpe e iniziato a dimagrire, tra poco partirà anche la corsa, stay tuned.
*se siete di quelli che sono sempre stati magri e ora state
storcendo il naso con arroganza pensando che “ommioddio ma 27,6 è altiiissimo”
sappiate che ho iniziato il 2008 con 34,9 e dedicatemi un minuto di rispetto.
Fatto? Ora potete continuare a leggere il blog.
Comunque dicevamo,
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