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La casa continua ad opporre una fiera resistenza ai nostri ripetuti tentativi
di colonizzarla.
In particolare è l’intonaco che non si fa persuaso a restare al suo posto.
Invece di passare dal rullo al muro continua ad arrotolarsi dal muro al rullo
nonostante le nove ore di ieri passate con la scartatrice elettrica in mano.
Mi sono accorta in questa circostanza che è una mia leggenda metropolitana
personale che Tommaso mangi più di me restando spensieratamente magro. I magri
basta osservarli con attenzione quando mangiano per scoprire che non ricevono
nessuno sconto simpatia da parte del loro metabolismo.
Alcuni ti sembra che si nutrano solo ed esclusivamente di cibo spazzatura. Ed
è anche vero. Poi però i pasti li saltano perché ormai hanno già mangiato.
Altri
non si fanno mai mancare il dolce del dopo cena, la pizza il sabato sera, la
Coca Cola con la cannuccia. Sono i miei preferiti.
Poi ti accorgi che mangiano
così lentamente che mentre tu la pizza l’hai mangiata intera e stai scorrendo
mentalmente la lista dei dolci loro si sono saziati con metà. Alla fine anche
della torta ne mangiano metà. Tu la metà più piccola per placare la coscienza,
il magro la metà con la ciliegina, contento di averti proposto l’affare che una
fetta intera non gli andava.
Tommaso è uno di quei magri con l’appetito lupigno che sembrano mangiare con gran soddisfazione quantità di cibo interdette a noi altri mortali.
Una delle
sue colazioni di campagna preferite si apre con il saccheggio della dispensa di
almeno un mezzo barattolo di carciofini accompagnati da fette di pane
casereccio. Può continuare con uova, verdure, tè e biscotti ma anche con
qualcosa di più consistente nel caso sia rimasto dalla sera prima. A Londra,
l’unico conforto che gli permetteva di affrontare il tempo capricciosamente
variabile era quello della particolare Scottish Breakfast di Jack’s, con i
fagioli accanto alla doppia salsiccia. Penso a volte che se sotto casa mia ci
fosse stato solo un laconico Gail’s sarebbe venuto a trovarmi meno spesso.
Poi però, in nove ore di lavori forzati all’ombra della polvere, sente il
bisogno di alzare la protezione che ha sul viso solo per un occasionale
bicchiere d’acqua. Io invece continuo a chiedermi se sia meglio un bicchiere di
succo di frutta o se posso prendere qualche prugna secca visto che a pranzo non
l’ho presa. Se devo staccare, invece di sedermi semplicemente sul pavimento mi
preparo un latte di soia alla menta per scoprire se è buono. La risposta è no.
Non mi dilungo a commentare, è esattamente il contrario di una sana ed
equilibrata alimentazione dove ai pasti si mangia e fuori pasto si vive.
Lo so che stavo lottando contro l’intonaco a energici colpi di spatola con 35 gradi all’ombra e vernice appiccicata su buona parte dei miei molti centimetri quadrati di pelle. Ma non era necessario mangiare per compagnia. A cena ho fatto come i magri visto che avevo mangiucchiato per tutto il pomeriggio e ho sgranocchiato tre cetriolini. Fame poca ma soddisfazione zero. Tommaso? Anche lui aveva poca fame, si è fatto i tortellini.
Lo so che stavo lottando contro l’intonaco a energici colpi di spatola con 35 gradi all’ombra e vernice appiccicata su buona parte dei miei molti centimetri quadrati di pelle. Ma non era necessario mangiare per compagnia. A cena ho fatto come i magri visto che avevo mangiucchiato per tutto il pomeriggio e ho sgranocchiato tre cetriolini. Fame poca ma soddisfazione zero. Tommaso? Anche lui aveva poca fame, si è fatto i tortellini.
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