
Le racconto di come espiavo il mio quotidiano abisso di caffè in corsa, sandwich garantiti freschi e cene take away con lunghe letture serali di quella prosa trionfante.
Di come mi pacificasse la descrizione di quel cucinare generoso in una città dove fare un vassoio di crespelle per i colleghi costava settimane di attesa per un turno in cucina e un pound per etto di bietoline.
Le parole sull’alchimia del giusto aceto sul pane ben strizzato, sulla potenza del soffritto quando raggiunge il suo colore, che scorrevano tra le mie giornate curiose. La pioggia che faceva luccicare i mercati e il fumo perenne di una cucina mai vuota.
Di come mi pacificasse la descrizione di quel cucinare generoso in una città dove fare un vassoio di crespelle per i colleghi costava settimane di attesa per un turno in cucina e un pound per etto di bietoline.
Le parole sull’alchimia del giusto aceto sul pane ben strizzato, sulla potenza del soffritto quando raggiunge il suo colore, che scorrevano tra le mie giornate curiose. La pioggia che faceva luccicare i mercati e il fumo perenne di una cucina mai vuota.
“Ma sì, lo compro, è anche Natale…”
Mi trascina dal suo caffè alla sua cucina nel frullo di qualche secondo. Le porte si aprono una dopo l’altra al convinto, sorridente entusiasmo di un’amica.
E’ molto impegnato in cucina, ci avevano detto. E’ vero, sta traducendo una poesia. Non avrei saputo immaginarlo in un gesto più serio che nel raccogliere un po’ di bellezza dal mondo per rimettercela a tempo debito. Questa ricetta, miglio a parte, è la sua.
INZIMINO DI TOTANI di Fabio Picchi
Soffriggere carota sedano e cipolla “fino all’oro”. Aggiungere aglio schiacciato, peperoncino abbondantissimo e una macinata di pepe.
Portare “al bronzo” e fermare con buon vino rosso, pomodori pelati e il totano ben mondato e tagliato a striscioline.
Riempire il tegame di bietole o spinaci premendo finché ce ne stanno, coprire con un peso e far cuocere a fuoco bassissimo per molto, molto tempo.
Anche tre ore, tre ore e mezzo dice il Picchi.
Che conclude:
“Pulitura del mollusco, pulitura delle verdure, fattura del soffritto vi devono trovare armati di femminea pazienza … col desiderio di rendere felici chi con voi approfitterà di questo stato mentale.
Se non siete già Donne, nel tempo della preparazione e della lunga cottura, fortunatamente, lo diventerete. Nessun frettoloso maschile atteggiamento è consentito.
Se uomini, difficoltà massima.”
Portare “al bronzo” e fermare con buon vino rosso, pomodori pelati e il totano ben mondato e tagliato a striscioline.
Riempire il tegame di bietole o spinaci premendo finché ce ne stanno, coprire con un peso e far cuocere a fuoco bassissimo per molto, molto tempo.
Anche tre ore, tre ore e mezzo dice il Picchi.
Che conclude:
“Pulitura del mollusco, pulitura delle verdure, fattura del soffritto vi devono trovare armati di femminea pazienza … col desiderio di rendere felici chi con voi approfitterà di questo stato mentale.
Se non siete già Donne, nel tempo della preparazione e della lunga cottura, fortunatamente, lo diventerete. Nessun frettoloso maschile atteggiamento è consentito.
Se uomini, difficoltà massima.”
Per chi volesse dosi e procedimento più prosaici io ho interpretato così:
Un'abbondante porzione di miglio al posto del pane evoca con la sua consistenza fine di granellini nocciolati un vacanziero couscous di pesce. Nonostante l'indice glicemico di 70 il miglio ha una concentrazione di glucide puro molto bassa (5%) che lo rende perfetto per chi sta attento agli zuccheri o soffre di iperinsulinismo.
LOW COST, HIGH TASTE: un po’ di storia
Potrebbe non sembrare, invece questa ricetta è una delle più riuscite espressioni d’ingegno della miserrima cucina toscana di terra e di mare, che alla poca ciccia sopperiva con le civaie (cibarie, i legumi) o con abbondante verdura a foglia verde, spesso selvatica. Se nei fagioli all’uccelletto gli uccelletti (le salsicce) sono addirittura scappati, qui basta un piccolo totano a fare un pasto per due persone. La ricchezza del piatto la fa il denso sugo piccantissimo in cui intingere generose fette di pane abbrustolito.
L’arte sta tutta nel pulire il pesce (totano, calamaro ma anche polpo), nello spellarlo con pazienza sotto l’acqua corrente anche dove non si penserebbe di trovare della pelle, nel tagliarlo in fini striscioline per farlo diventare tanto anche se tanto non è. Per fortuna il totano è poco così la minuziosa spellatura è gestibile.
Il tempo perso si può recuperare usando bietole o spinaci già lavati e pronti da cuocere e un barattolo di pomodori pelati davvero ottimi. In mancanza, i pomodori maturi vanno incisi con un taglio a croce sul fondo e buttati in acqua bollente per un mezzo minuto per spellarli agevolmente.
Nessun commento:
Posta un commento
Un consiglio? Una critica? Lascia un commento!
I commenti non scadono, lascia un commento!