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lunedì 16 luglio 2012

Consigli pratici per Abbuffatori Anonimi in situazioni di rischio.



“E mi raccomando chiudete la luce, il gas, lo sportello del forno che la leccarda prende aria, le finestre esterne e quelle interne, le persiane, le zanzariere, il gatto nel microonde e lo scheletro nell’armadio”.

Ah no il gatto non lo abbiamo, meno male che bestie in casa per carità. Il frigo invece possiamo -anzi dobbiamo- lasciarlo aperto. E eliminare ogni traccia di cibo che lasciasse sospettare a una formica dei RIS che sì, la casa un tempo è stata abitata. 

E spostare i mobili dal muro che fanno umidità altrimenti l’odore renderà il quartiere inagibile fino alla terza generazione. La muffa consumerà le pareti fino a minare la staticità del palazzo e le cavallette che sbadigliano tra le pagine delle bibbie della città le abbandoneranno per un rave tra i nostri pensili.

Se scordiamo qualcosa poco male, ci penserà lei che tanto dare una controllata un paio di volte a settimana non le costa niente.



Non si crederebbe che abbiamo quasi trent’anni e varie vite senza balia alle spalle in più di uno stato. Non valgono un’esistenza passata scacciando il resto del mondo fuori da quattro mura nella certezza che possa venirne solo disturbo. “E mi raccomando non ri-ingrassare che così stai bene. Allora ciao eh? Alla prossima”

Che non sarà al rientrato allarme di catastrofe nucleare come potrebbe sembrare, ma tra un paio di settimane.


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A certe evidenze ci si arrende con difficoltà.
Come al fatto per esempio che divoratori si rimane.

A vita, come gli alcolisti. Si può rieducare il senso di fame, adottare uno stile di vita sano e attivo, perdere peso e  mangiare con appetito e senza vergogna per lunghi periodi. 

Una situazione di trigger è sempre in agguato. Ognuno ha la sua. 

Quel marcatore che fa scattare nel cervello il superamento della soglia di stress che divide il presente dal passato, il piacere dall’abitudine, l’autoconservazione dall’autodistruzione.



Trigger possono essere: la faccia arcigna della suocera che non perde occasione di commentare il vostro peso e vi consiglia come mantenerlo o cambiarlo. La telefonata di vostra madre che oscilla tra un muso e un sospiro perché sì, siete cresciuti contro ogni previsione e nessuno l’aveva avvertita che non avreste vissuto a casa per sempre.

La padrona di casa che vi chiede davanti a tutti i vicini “lavoro nuovo ancora niente?” Che invece voi dalla mattina alla sera vi ripetete che è molto meglio staccare il grasso dai fornelli sotto al bel sole d’Italia che fare il vostro lavoro in quello studio di Londra, che “è vero che a Londra piove sempre?”

Ma anche il cameriere che vi informa che nel caffè shakerato che gli avete chiesto c’è dello zucchero, lo volete lo stesso? (#@*§ ?!) o il sarto che non ne vuole sapere di alzare quell’orlo e vi tratta da grassona esibizionista mentre voi sapete per lunga esperienza che sotto al ginocchio come dice lui vi sta molto peggio che al ginocchio come vorreste voi.

Scegliete voi qual è il vostro trigger, le strategie per diminuirne il potere sono le stesse.

  • non tirate la corda

    Comprare caramelle gourmet per tenerle in casa “da offrire agli amici” quando avete i nervi fuori di pelle non è una buona idea. 
    Portare il gelato più buono della città a una cena dove prevedete di essere a disagio non è una buona idea. E così via…





  • non restate soli


    Se avete all’orizzonte una situazione a rischio o ne siete appena usciti ammaccati, organizzate qualcosa di distensivo in compagnia prima di ritrovarvi da soli con la vostra frustrazione davanti al frigo.

    Dopo una cena in cui avete esagerato meglio una passeggiata per diluire il senso di colpa che rientrare subito a casa e scontare la colpa mangiando altro cibo. 
    Se sapete di avere un incontro difficile nel pomeriggio, pranzate con un’amica e fate il pieno di sensazioni positive. 

    Meglio ancora se invitate amici per cena: avete anche una scusa per venire via prima…

  • diluite lo stress 


    Corollario del consiglio precedente: se vi aspettano brutti quarti d’ora, o semplicemente vi capitano a tradimento cercate di cancellarne lo strascico con qualcosa di piacevole. 

    Non sto suggerendo fanghi del mar morto, interminabili massaggi o manicure dispendiose: deve essere qualcosa di facilmente reperibile, ragionevolmente economico e che non porti via troppo tempo. Sennò non lo farete. 

    Una telefonata a un amico, una passeggiata nel verde, una lunga doccia con la musica giusta, annaffiare le piante, organizzare un dettaglio delle vacanze a cui non avevate ancora pensato o anche solo trattenersi a chiacchierare con il barista simpatico aiutano.


  • buttare il cibo vecchio 


    che non si ha intenzione di mangiare. No, non perché poi arrivano falangi tebane di scarafaggi ma perché se è vero che buttare il cibo è brutto, usare il proprio corpo come pattumiera è peggio.


E adesso, tutto quello che ho ingurgitato io in un week end a casa:



DIARIO ALIMENTARE DI VENERDI'

COLAZIONE caffè shakerato (QUELLO…) con una bustina aggiuntiva di zucchero per dispetto al cameriere
PRANZO altro caffè, qualche quadretto di cioccolato extra fondente (meno di 25 gr), quattro-cinque caramelline senza zucchero- dimenticarsele in borsa per disinteresse non ha prezzo
MERENDA-CENA prosciutto, insalata verde, yogurt alla soia
CENA VERA (avevo ancora fame e pulivo il pavimento dalla vernice da tre ore) 100 gr di pasta all’olio, così imparo a fare pasti sensati


DIARIO ALIMENTARE DI SABATO

VIAGGIO mini caramelline senza zucchero rimaste in borsa 6-7
PRANZO una piadina all’autogrill, 2 mini schiacciatine prosciutto e formaggio appena sotto casa, 2 wafer russi secchi secchi appena entrata in casa
CENA IN FAMIGLIA crostini integrali ai peperoni –tanti, forse una decina- pasta col pesto di mandorle –un piccolo piatto, che se ero a casa non mi sarebbe andato dopo tutto quel pane- peperonata
DOPOCENA IN FAMIGLIA una coppetta di gelato alla fragola
DOPOCENA DA SOLA  schiacciata secca rimasta in casa da quindici giorni e che avevo conservato per farne pangrattato con l’aiuto di Minosse.




DIARIO ALIMENTARE DI DOMENICA

COLAZIONE 3 wafer russi secchi, 2 pesche acerbe, 2 biscotti
PRANZO IN FAMIGLIA riso freddo scondito e sciapito, due bei piatti (perché?), fettina di carne alla pizzaiola, caponata buonissima ma bisunta –non quantificata-, gelato alla frutta –parecchie riprese (che il gelato di norma mi stucca dopo una coppettina piccola, perché?) un caffè con tre e dico tre cucchiaini di zucchero. Era necessario?
POMERIGGIO IN MACCHINA 10 gelatine alla liquirizia –perché assaggiarne una non bastava- 100 gr di FONZIES –un sacchetto di patatine che in circostanze normali non avrei nemmeno guardato e che ho comprato per espiare la colpa del gelato a chilate-
CENA DEL RIENTRO 2 fettine di carne alla pizzaiola e caponata non quantificata riportata da casa –almeno è finita e ora si torna alla vita di sempre. C’è qualcosa che devo cambiare di questi rientri a casa. Se ne faccio uno al mese faccio pari col dimagrimento, se ne faccio due arrivo a fine anno con 10 kili in più.

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