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L’intonaco che continua a soffrire di pavor notturno e non si convince a restare attaccato al muro. Lo sciacquone appena sostituito che sciacqua il pavimento con un esuberante scroscio di acqua fresca ogni volta che se ne preme il pulsante.
E io che ho detto addirittura no grazie al prete che mi ha offerto la benedizione. Pensavamo a torto che fosse una casa laica. La prossima volta risponderò “porti anche l’esorcista o non se ne fa niente”.
Per non far rompere i felafel in cottura ci vorrebbe un frullatore potente, in grado di ridurre i ceci crudi e gli altri ingredienti a una pasta verdina piuttosto lavorabile. In mancanza, basta avere la pazienza di frullare ancora e ancora fino all’esaurimento del motore nella mal dissimulata speranza di meritarvene uno migliore.
Resistete invece alla tentazione di aggiungere acqua: è il metodo tradizionale e in effetti si frullano meglio ma poi l’acqua aggiunta andrà pazientemente spremuta via dopo aver raccolto il passato in una mussolina a trama molto fine, operazione tanto meno divertente all’aumentare dei ceci.
C’è però una terza via se con il vostro frullatore i ceci non si riducono a una pasta: la via di chi pianifica. Idratate bene i ceci e lasciateli in frigo finché non vi viene voglia di felafel.
Frullateli con gli altri ingredienti e cercate di ottenere una pasta. Se il frullatore proprio non ce la fa, va bene, aggiungete un po’ d’acqua. Adesso fate come per il labna (lo yogurt greco colato): foderate di carta casa o con una garza fine uno scolapasta con le zampe, metteteci l’impasto frullato e lasciatelo in frigo a scolare sopra a un piatto finché non è bello asciutto. Chi non ha gambe abbia testa.
Frullateli con gli altri ingredienti e cercate di ottenere una pasta. Se il frullatore proprio non ce la fa, va bene, aggiungete un po’ d’acqua. Adesso fate come per il labna (lo yogurt greco colato): foderate di carta casa o con una garza fine uno scolapasta con le zampe, metteteci l’impasto frullato e lasciatelo in frigo a scolare sopra a un piatto finché non è bello asciutto. Chi non ha gambe abbia testa.
Comunque dicevamo, diario alimentare:
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