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giovedì 22 novembre 2012

Calendario dell’Avvento diet friendly


A noi ci avvisa il Carrefour dietro casa. Ok, molto dietro casa, diciamo pure qualche campo più in là. Comunque. Quando il bagno si illumina a giorno di blu è Natale. 

Tant’è che quest’anno quando il giardino si è acceso una sera di metà ottobre qualsiasi abbiamo gridato all'avvento anticipato di un altro mese come ennesimo segno della crisi.

Invece era una Madonna riportata da un viaggio e subito dotata di corona luminosa in segno di deferente benvenuto. 

Chissà perché poi nel nostro di giardino e non nel proprio. Comunque, visto che ora abbiamo il giardino blu all year round mi sono accorta solo ieri che ci siamo.

mercoledì 21 novembre 2012

La sensazione infallibile per sapere se stai dimagrendo.

20901122_low Una settimana di palestra e ho perso un chilo. Stabile. E’ rimasto dove l’ho lasciato nonostante la pizza del sabato sera e i pasticcini del pranzo della domenica.

Archiviata la dovuta considerazione che sono pronta per vincere il compasso d’oro dei cliché, il punto è che lo sapevo esattamente mentre stavo dimagrendo.

Come lo sapevo a Vienna quando scendevo nel mio Keller in punta di piedi pensando avidamente alla colazione dell’indomani.

venerdì 16 novembre 2012

Zumba.

Satyrus in Classical Greece Immaginate un folletto saltellante col bacino posseduto da un satiro. Vestitelo di colori primari e fatelo parlare come Oscar di Paint Your Life. Shakerate neanche troppo e ottenete un istruttore di Zumba. O quantomeno il mio.

E’ che avevo voluto crederci alla promessa che è taaanto divertente. Per un sociologo soprattutto.

La popolazione media di una classe di Zumba si presenta divisa in due specie.

Quelli che sperano che nessuna delle loro conoscenze, anche remote, debba mai venire a sapere che cosa si consuma tra quelle mura e quelli che invece vogliono farti vedere di cosa sono capaci.

mercoledì 14 novembre 2012

Istruttori di Fitness che hanno più fame di te. Molta. #succedesoloaRoma


Photo Cosima Scavolini 29-09-2011 RomaSpettacoloRoma Fiction FestRed carpet della fiction Super GNella foto  Davide Di PortoPhoto Cosima Scavolini/Lapresse29-09-2011 RomeEntertainmentRoma Fiction festRed carpet of the fiction Super GIn the photo  Davide Di Porto “Guarda aa schiena, guarda aa schiena dritta e gajarda…”


E così abbiamo conosciuto Valerio, l’unico istruttore di fitness che mentre solleva il bilanciere ti parla di antipasti di mare.

Abitare all’estrema periferia di Roma ha il suo perché, lo so. A proposito, mi sono iscritta in palestra. Vi farò sapere.

domenica 11 novembre 2012

Un mondo dove sei invisibile. Il sogno (neanche troppo) segreto di chi è da sempre grasso dentro.

 

295731_273104352708961_136426976376700_1044028_1652395076_n_thumbContinuare a sognare QUEL ragazzo del liceo a dieci anni di distanza. E niente, non piacergli neanche in sogno.

Norvegia trendy di quando era da intellettuali andarci. Una presunta villa sui fiordi, la suocera snob. Il padre divorziato che hai messo lì solo per esigenze di copione, l’unica figura che sembra accorgersi che ci sei. Mocassini a parte sembra un tipo simpatico e fa anche la corte a tua mamma. Vabbè, meglio che niente.

Desiderare ardentemente che uno strizzacervelli ti dica che una suocera arcigna in un mondo dove nessuno ti vede _sono_ un simbolo positivo. Come sognare  la tua morte violenta che vuol dire desiderio di rinascita.

Che poi non l’hai nemmeno mai vista, la Norvegia.

venerdì 9 novembre 2012

Sfrattare demoni domiciliati su una spalla è possibile? Da 0 a 10 km in sei mesi.

4241 Prendiamone atto, qui la corsa ce la siamo proprio dimenticata. Di questo passo per il mio compleanno posso sfidare giusto una comitiva di lumache affaticate a fare il giro dell’aiuola.

Chiariamoci, mi piace la fatica fisica. Ho ballato come San Vito dai sette ai ventisette anni. Quando “sorrido” non mi basta, saltello per la casa. La sensazione della strada che scivola via dalle scarpe è una delle più euforizzanti che ho da poco aggiunto a quelle a mia disposizione. Eppure correre rimane una tortura.

Mio padre era un podista professionista. Una febbre di vita, di giustizia, una sete di tempo e di identità gli faceva consumare chilometri di strade polverose, paia di scarpe, ginocchia e rancore in cambio del sudore sulla terra, del vento tra i pensieri. Riconosco nelle vecchie foto il suo sguardo trasparente, selvaggio nelle guance scavate. Non pensavo che prima o poi l‘avrei fatto anch’io.

Mi sono sempre pubblicizzata come una a cui lo sport non piaceva. “La danza non è un vero sport” dicevo. Intendendo “la danza non è uno quegli sport in cui ci si confronta”. Si balla solo per ringraziare il corpo, per gioire delle sue possibilità, per suonare col mondo. Non puoi ballare più forte o più piano di qualcuno.

martedì 6 novembre 2012

Del cavolo nero non si butta via niente. Due ricette in una e le foglie ancora da mangiare.

minestra di miglio e cavolo neroSarà che attraversiamo un’estetica da nuovo dopoguerra.
Sarà che la Toscana mi manca sempre un po’ più del dovuto.

Sta di fatto che il cavolo nero mi sento autorizzata a lessarlo e mangiarmelo sdraiato sul pane ben abbrustolito solo dopo aver fatto passare i gambi a miglior vita. E per migliore intendo lontano dal cassonetto.

Così anche stavolta ho tagliato il mazzo senza pietà un buon palmo sopra alla metà e ho messo a lessare le foglie.

Con i gambi ci ho fatto una zuppa ai cereali e con le spidocchiature dei gambi un purè.

Lo ammetto, ho scritto cereali per trasmettere un’illusione di varietà. In realtà è ancora miglio.
“Aho, mo bbasta co’ ‘sto miglio”.
L’ho pensato anch’io, ma dovevo finire la busta.

Comprerò altri cereali.


sabato 3 novembre 2012

Il Giorno del Confronto. Considerazioni di una 48 scarsa all’alba di un aperitivo. Tra modelle certe.

ragandboneE’ arrivato, non posso combattere oltre.

Il giorno della cena con due perfette sconosciute incombe sul mio umore come un esame per cui non hai studiato.

Certe situazioni sono una bomba a orologeria. Come quei due fratelli sfacciatamente simpatici che il tuo ragazzo non rivede dal liceo. Un giorno o l’altro vorranno riscoprirsi amici come allora. E vorranno anche organizzare una cena. Con tutta la loro esuberante allegria, il loro metro e ottanta per uno -che meno quel giorno meno non ne distribuivano- e le rispettive ragazze. Le due senza sorpresa. E io. 

Ora che ci penso non è nemmeno detto che mi vedano subito.

Potrei provare a dirgli che sulle mie gambe c’era un paghi uno prendi due. Due da 50 centimetri al prezzo di una da un metro. Il sedere invece era un 3x2. Oppure potrei vincolare la mia autostima a una nuova grandezza, la Lunghezza Totale. La mia è 230 centimetri. 155 di altezza e 75 di girovita. La stessa di una di un metro e settanta con girovita di 60.

“Ciao, io sono Miriam”. Nei miei pensieri una così non si chiama Caterina. Un  tubino scuro a metà coscia, lunghi capelli biondi. Le ossa forse un po’ forti, la vita non troppo segnata. La mia immaginazione la inquadra a altezza petto. Possono i gemelli Weasley presentarsi accompagnati da due ragazze soltanto carine?

C’è sempre un’ultima risorsa. Far sostenere che sono stata trattenuta sul lavoro e spacciarmi come animale da compagnia. “Sono venuto col mio furetto scassaminchia. Non conoscete la specie?”

Speriamo che  la cena non mi tocchi nella ciotola del cane.

giovedì 1 novembre 2012

Dieta e cene fuori. Perché piovere sul bagnato è sconsigliabile.

Pianificare una valigia fin nell'ultimo dettaglio. Per sentirsi a posto in quell'occasione. Bella nonostante. Che di solito tiri dentro quello che è appena uscito dal bucato e ti affidi all'estro creativo dell'ultimo momento per il dettaglio che farà la differenza.

Passare una giornata in autostrada scansando mal d'auto, voglia di salatini e Icaro sovraprezzati. Una serata in famiglia che la pancia sembra una caverna etrusca, vuota di una fame atavica. A parlare di grisi e di catastrofi annunciate che nemmeno ci fosse scritto Addams sul campanello. 

Fare la coda per i cornetti di domattina dietro a due giovanissimi amanti. I loro visi pieni di brufoli, le dita mezze scoperte si scambiano due pizze rigide e unte.

Pensare che non hai più l'età per la pizza di mezzanotte. E decidere che un piccolo panino non può gravare più di tanto su una giornata uggiosa.