La prima: Scopri a quale cibo non puoi resistere. Più che scopri direi “prendi atto”. Nel mio caso, i lupini. Lasciata a me stessa posso mangiarne una confezione famiglia nel giro di un quarto d’ora, sbucciatura inclusa. Anche a fine pasto. Soprattutto a fine pasto. Soprattutto senza sciacquarli dal salatissimo liquido di conserva anche detto elisir di benessere per aspiranti ipertesi.
Come si affronta.
La strategia d’urto: non entrano in casa. Se è un momento di stress è la più semplice, a lungo termine la meno efficace. Sarà che non credo nei talebani, neanche quelli del dimagrimento.
Preferisco la strategia lungimirante: “contieni e condividi”. Nel mio caso cerco di metterli in un bagno di acqua fredda appena entrano in casa (e già non aprire la confezione per via non sempre è banale) e di destinarli a una ricetta da mangiare in compagnia. Ovviamente me ne riservo un po’ solo per me e ne rubo quanti capita durante la preparazione. Ma meglio che mangiarmi da sola tutta la busta. E quel che è peggio di non avere pace finché non l’ho finita.
La seconda: scopri qual è il tuo momento critico.
Lo chiameremo momento capezzolo. Quello in cui ti attacchi al cibo per tanti motivi che una Larousse non basterebbe a coprire ma che per certo escludono la fame. Anche qui, prendi atto.
Nel mio caso è il dopocena. Magari a pranzo mi basta una mela e poca verdura grigliata. Anzi, mi soddisfa proprio. Dopo cena potrei smangiucchiare per ore. Soprattutto se molto piccolo, molto salato, molto calorico. Semi di zucca, olive in salamoia, mandorle di Marcona, magari bio, per non riempirmi anche di pesticidi e anidride solforosa. Ma di sale sì. L’ho detto? Ho un problema col sale. Lo mangio anche a granelli ogni tanto, da solo o spruzzato di limone. Devo sentire un medico, me ne rendo conto. Nel frattempo, come si affronta.
La strategia saggia: Soddisfati. No, non indulgendo nel desiderato sacchetto di caramelle mou. Soddisfati PRIMA.
Nel mio caso per esempio ho notato che se la cena l’ho trovata leggera e poco appetitosa è molto probabile che mi sembri legittimo ritoccarla dopo. Se invece mi ha soddisfatto no. Meglio perdere tempo a fare un pesto di pomodori secchi per accompagnare le verdure che mangiare quel che c’è e poi frugare nella propria dispensa per ore come un topo disperato. Invece di passare il dopocena in compagnia.
La strategia furba: Distraiti. Funziona meglio con la postilla “Distraiti, quando non mangi”. Se invece mangi, mangia.
Se in un momento della giornata ti attacchi al cibo senza neanche accorgertene, creati un’abitudine per quel momento che distolga la tua attenzione. Fatti un tè se la crisi è a metà pomeriggio, e mangiaci pure qualche biscotto. Meglio se inviti un’amica. Meglio qualche biscotto che ti sei accorto di mangiare che venti in trance. Ma erano venti o venticinque? Li hai visti o stavi lavorando al computer mentre masticavi?
Prendi un caffè con un collega. Stacca dieci minuti dal lavoro e leggiti un blog che ti piace (questo, per esempio :) ) prendi due appunti su quello che vuoi fare questo fine settimana, a Capodanno, quest’estate. Decidi la cena di stasera. Fai una telefonata che rimandi da tempo. Una passeggiata col cane. Piacevolezza e compagnia. Stirare, fare il cambio di stagione, compilare il TFR o aggiornare il CV non sono buone idee per un momento capezzolo. Destinare ad altre ore del giorno.
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