Insieme alle feste si è portata anche un bottone. Poi dice una cara vecchietta, la befana.
Tornavamo dalla trasferta di Natale e mi è saltato dai pantaloni. Quelli che prima delle vacanze erano larghi.
Archiviata l’umiliazione nel buio dell’abitacolo decido che è il momento di smetterla di mangiare come se non ci fosse un domani.
Perché il domani mi aspetta a gambe incrociate al tornello della palestra e gli devo raccontare che non ho più il fiato né la voglia per fare quello che riuscivo a fare.
E soprattutto non ho il muscolo del pudore allenato. Quello che ti fa saltare senza pensare alla cellulite che salta con te nello specchio a beneficio di tutti i presenti. Quello che ti fa sudare sperando che gli altri puzzino anche loro e spogliare mettendo a nudo pedicure non troppo aggiornate e cosce non troppo tornite.
Quello è il muscolo più duro da fare e il più veloce da perdere.
Essere sempre ben depilati aiuta. I capelli freschi di sciampo anche. Un bell’intimo è doveroso e un doppio ricambio fa bella figura. Aver diligentemente spalmato le callosità invernali di crema pure. In pratica se la tua vita non gravita intorno alla cura maniacale di un bene deperibile come la tua persona sei condannato a vergognarti come un ladro per almeno due settimane. Poi si attenua. Inizi a comprare creme e lozioni da spalmarti davanti a tutti per pubblicizzare la tua autostima finché all’ossessione di essere guardato malissimo si sostituisce la ragionevole preoccupazione per il budget che hai investito sui tuoi difetti.
Si può dire che mi sono tagliata i capelli per non vedermeli nello specchio della sala corsi appiccicati a un viso dieci anni più vecchio del mio. Già perché se non lo sapevate la fatica fisica –durante- invecchia. Se ti strappa di dosso quei chili che ti zavorrano, poi ti ringiovanisce la qualità della vita. E magari anche la silhouette. Ma live la fatica invecchia.
Comunque. Domattina mi peso, così mi rovino il weekend. Vi farò sapere.